Prima elementare, istruzioni (dettagliate) per l’uso

Questa settimana io e mio marito abbiamo partecipato ad un’Elternabend (una serata informativa per Genitori), in questo caso organizzata della scuola elementare del nostro quartiere. Come già sapete, mio figlio ha compiuto cinque anni lo scorso settembre, e da quel momento ha iniziato una vera e propria trafila burocratica fatta di visite, analisi, test. Il tutto allo scopo di verificare SE sia pronto ad affrontare la prima elementare di una scuola pubblica in Germania.

Siamo solo a gennaio, e mio figlio è già stato sottoposto a tre diversi test cognitivi, l’ultimo è durato un’ora e quindici minuti. A questi aggiungiamo le visite di controllo agli occhi, il test dell’udito e almeno quattro incontri su pedagogia e, in generale, su come preparare i propri figli alla prima elementare. I test non sono ancora finiti, ce ne saranno altri, così come le riunioni. Ecco com’è andata questa volta.

Dopo aver parcheggiato davanti alla scuola, io e mio marito ci siamo detti “Dopo tutto questo, finalmente stasera scopriremo cosa offre una scuola pubblica tedesca, chissà come aiuteranno nostro figlio a sviluppare le sue capacità…” E invece no.

Ci siamo ritrovati seduti in mezzo a un centinaio di genitori. Dall’alto poteva sembrare una grande onda bionda. Una delle maestre prende il microfono ed esordisce con bel Grüß Gott, il tradizionale saluto cattolico Bavarese, tanto per chiarire la sua posizione. Con un intercalare di “Gott sei Dank” (Grazie a dio) ha iniziato il suo discorso a tutti noi genitori, che ci apprestiamo ad iscrivere i figli in una scuola pubblica tedesca, anzi bavarese. Meglio specificare.

“Benvenuti di cuore nella nostra scuola elementare bla bla bla, stasera vi elencheremo cosa e che tipo di lavoro dovete fare coi vostri figli per preparli alla prima elementare.” continua “Io e la mia collega ci alterneremo per spiegarvi tutto nei dettagli.” E comincia la proiezione delle Slide. I tedeschi amano le presentazioni con le Slide. A queste riunioni il livello di noia raggiunge picchi così alti che nemmeno durante il catechismo t’immaginavi che potesse esserci di peggio. E invece c’è, eccome se c’è!

Nel prossimo paragrafo elencherò SOLO ALCUNI dei compiti RICHIESTI a noi genitori. Considerate che la lista completa è durata 75 minuti. Se non ve la sentite di leggere vi capisco e potete saltare il paragrafo.

Ogni genitore deve verificare e/o sostenere e/o aiutare il proprio figlio nelle seguenti capacità:

  • Il bambino dovrà saper contare le cose.
  • Deve sapersi orientare e riconoscere la differenza tra destra e sinistra.
  • Deve saper saltare, correre, arrampicarsi.
  • Giocare in gruppo ma anche da solo.
  • Deve parlare bene tedesco con una buona base di grammatica.
  • Deve saper scrivere il suo nome.
  • Sapere il suo indirizzo di casa, la sua data di compleanno e dove è nato.
  • Deve avere ben chiaro il concetto di tempo e spazio.
  • Deve saper usare perfettamente colla e forbici.
  • Disegnare linee, cerchi, quadrati, triangoli e tutto quello che gli verrà richiesto.
  • Deve saper unire due punti e colorare con precisione ogni figura che gli verrà proposta.
  • L’acquisizione della stabilità emozionale sarà fondamentale. STABILITA’ EMOZIONALE.
  • Il bambino dovrà saper affrontare un problema, analizzarlo e proporre delle soluzioni che poi metterà in pratica.
  • Il bambino deve saper fare gioco di squadra.
  • Saprà gestire le frustrazioni.
  • Deve essere indipendente al bagno, che saprà lasciare in ordine.
  • Dovrà soffiarsi il naso da solo.
  • Deve sapersi gestire autonomamente durante merende e pranzo senza sporcarsi o sporcare l’ambiente che lo circonda.
  • Dovrà stare composto e conoscere il valore del silenzio, dell’ascolto, dell’obbedienza alle regole.
  • Dovrà sapersi  concentrare durante le ore di lezione che dureranno 45 minuti l’una.
  • Ecc, ecc, ecc…

Mio marito mi guarda serio e sottovoce “A questo punto non vedo perché mandarlo in prima elementare, se dobbiamo insegnare noi tutta questa roba, l’opzione di spedirlo direttamente all’università mi sembra più saggia!”

Ora. Lasciateci l’ironia perché quando partecipiamo a queste serate davvero non ci resta altro. Si perché dopo 75 minuti di elenchi, ecco che la maestra dice la fatidica frase che da inizio a quella che io e mio marito chiamiamo “Fase Delirante”:

“Cari genitori, so che stasera vi abbiamo dato tantissimi input, ma se avete delle domande PERTINENTI a quello di cui vi abbiamo parlato, noi siamo qui per voi. Prego.” E io e mio marito iniziamo a ridere perché ogni volta è peggio. Vi cito solo alcune delle domande pertinenti: “Io abito in Strasse Xy e non c’è neanche un bus che passa sotto casa mia per venire qui, e come ce li porto i miei figli a scuola?” ma continuiamo con “Io vorrei sapere se chi si occupa della distribuzione del pranzo ha frequentato l’università?” oppure “Le attività sportive che offre la scuola non sono a pagamento vero?” .

Ecco l’unica domanda che ho trovato interessante: “Vorrei la lista dei criteri con cui formate le classi, ma soprattutto continuerete a suddividere i bambini in base alla religione come gli anni scorsi?” risposta “No. Quest’anno le quarte classi costituiranno l’ultimo anno di Bambini Suddivisi per Religione. In tutte le prime i bambini saranno misti cattolici, musulmani, evangelici, ecc. I bambini saranno raggruppati in base alla strada dove abitano così da potersi facilmente passare i compiti in caso di malattia”

Mentre ascoltavo quella lista infinita di capacità che fanno rientrare un bambino (che è sempre un essere umano e non dimentichiamocelo) nella così detta NORMA, avevo tanti pensieri per la testa.

Il primo pensiero era che forse avevo sbagliato serata, e si trattava di un corso per arruolare i propri figli in un’accademia militare. Stavano davvero parlando a genitori di bambini di cinque anni?

Il secondo pensiero mi ha fatto sogghignare. Ho pensato alle mie peripezie in questi anni dove, negli uffici pubblici e privati, ho incontrato spesso persone adulte che non erano in grado di rispondere a domande al di fuori del loro campo d’azione. Adulti, tedeschi, che non sapevano nemmeno cosa succedesse nella scrivania accanto alla loro. Persi nel loro metro quadro di cui sapevano ogni cosa, ma bastava una domanda due centimetri al di fuori, per mandarli nel panico totale. Ho imparato che i tedeschi amano raccontarsela. Fare grandi discorsi su capacità e organizzazioni è alla base di questa cultura. Ho riso perché questo tipo di approccio non mi spaventa più. Ho riso perché le stesse persone messe in un ufficio di una qualsiasi azienda privata in Italia, durerebbero come un gatto in tangenziale.

Ho smesso di ridere quando ho realizzato che è proprio questo tipo di approccio che fa si che nessuno sappia nulla al di fuori del proprio metro quadro.

Mentre guardavo quelle slide con le istruzioni su come crescere i bambini “perfetti”, ho realizzato che nel momento in cui figlio entrerà in quel meccanismo, a me e a mio marito toccherà un lavoro enorme. Noi avremo un nuovo compito. Anzi abbiamo già quel compito. Difficile. Spingere nostro figlio con tutte le nostre forze a guardare oltre quel metro quadro, fuori dalla Comfort Zone che qui ti insegnano a difendere come un valore. Insegnargli che le regole sono importanti ma non sono tutto. Impegnarsi nello studio aiuta, ma identificarsi in un voto è sbagliato. Che studiare il tedesco è fondamentale qui, ma esistono anche altre lingue altrettanto importanti. Che non rientrare negli “standard” richiesti è liberatorio, così come il non essere perfetti. Che saper ascoltare le istruzioni è importante, seguirle è una scelta, dimenticarle al negozio è la normalità, almeno per me.

Saluti dal puntino rosso in mezzo alla grande onda bionda.

Lara G.

immagine tratta da internet

 

 

 

 

7 pensieri riguardo “Prima elementare, istruzioni (dettagliate) per l’uso”

  1. Inquietante. “Deve avere ben chiaro il concetto di tempo e spazio.” È una delle cose più complicate anche per molti adulti. Fanno di tutto x evitare sorprese, vogliono prevedere tutto, ridicolo e pericoloso.

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  2. Ciao Lara, mi chiamo Rachele, ho scoperto il tuo blog leggendo quello di Tatiana.. Ho spulciato ogni singolo post di entrambi i blog e volevo ringraziarvi per aver condiviso con tutti noi pezzi della vostra vita. Quest anno andremo a vivere a Müllheim e anche se le cose cambiano da regione a regione, mi avete comunque delucidato su alcuni argomenti e divertita in altre. Grazie

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  3. Ciao Lara,
    leggere questo tuo post mi ha fatto sorridere ma anche pensare. Mia figlia ha iniziato la scuola in Germania quest’anno quindi frequenta la prima elementare da solo 2 mesi. Dopo appena un mese ricevo una telefonata dalla maestra ( una persona molto gentile e disponibile ma severa!) che mi dice che mia figlia ha delle difficoltà e chiede un colloquio per discutere del problema. Io cado letteralmente dalle nuvole, uno shock!! Io sono sempre stata una bambina brava a scuola, compiti fatti sempre da sola, mia mamma (bravissima eh) doveva lavorare e non aveva tempo. E diciamo pure che alle elementari in Italia se ti comporti bene e fai(quasi) sempre i compiti non hai problemi.
    Qui non è così, ed io non lo sapevo! Purtroppo quest’anno per la pandemia sono saltate tutte le visite mediche per la scuola qui in NRW. Tutta la lista di competenze non l’abbiamo ricevuta ( forse non avrebbe aiutato comunque, ma forse avrebbe acceso un campanello d’allarme). Mia figlia ci tengo a dire, è una bambina normalissima, mai notato lacune…. si forse ancora non fa il nodo ai lacci delle scarpe ma fin’ora non mi sono mai preoccupata. Va a scuola ogni giorno con entusiasmo e ha tanta voglia di imparare. Conseguenza di tutto ciò è che dopo la scuola dobbiamo ripetere tutta la lezione del mattino, oltre ai compiti a casa ovviamente. Qui ti fanno ripetere l’anno anche alle elementari!! Si ok è una decisione libera ma è ovvio che se la maestra lo consiglia lo si fa. Ed io temo per lei, per la sua autostima, per la sua serenità. Spero davvero che le cose migliorino, intanto già dopo un mese di scuola si va a fare ergoterapia. Mannaggia a quella volta che non l’ho iscritta ad una scuola privata.

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