Un progetto tedesco per un cambiamento tangibile.
Negli scorsi giorni mio figlio ha partecipato ad un incontro scolastico in cui ogni studente era invitato a parlare spontaneamente di un episodio di discriminazione o razzismo in cui era stato coinvolto. E’ emerso che molti studenti hanno vissuto questa esperienza e non vogliono ripeterla. Questi dibattiti hanno lo scopo di far accrescere negli studenti il pensiero critico e la consapevolezza sociale. La scelta di affrontare queste tematiche attraverso diverse iniziative scolastiche non è casuale, ma è parte di un progetto più grande e significativo, che voglio condividere con voi.

A metà degli anni ’90, il governo federale negava ancora che la Germania fosse un Paese di immigrazione. Il razzismo era già profondamente radicato nella mente delle persone e nelle istituzioni, comprese le scuole, ma la sua esistenza veniva negata. Era un argomento tabù, ma non per tutti, zum Glück!
Nel 1995 l’organizzazione Aktion Courage e.V., con sede a Bonn, fonda in Germania il progetto “Scuola senza razzismo”. Il membro del consiglio direttivo Ralf-Erik Posselt si ispirò a un’idea nata in Belgio nel 1988. I patrocinatori Ignatz Bubis, presidente del Consiglio centrale degli ebrei, e il membro del Bundestag Cem Özdemir (Alleanza 90/Verdi) presentano il progetto il 25 agosto alla Conferenza stampa federale, allora ancora a Bonn. La prima “Scuola senza razzismo” è stata l’Immanuel-Kant-Gymnasium di Dortmund.
Nello stesso anno viene pubblicato il primo manuale del progetto “Scuola senza razzismo”. Alla prima parte del nome “Schule ohne Rassismus” , solo nel 2000 venne aggiunto anche Schule mit Courage, vale a dire: Scuola senza Razzismo – Scuola con Coraggio. Si trattava di un progetto ambizioso che però non decollò subito. Ci volle qualche anno e l’insediamento del prof. Sanem Kleff, affinché il progetto assumesse anno dopo anno le dimensioni sperate. Con l’aiuto del giornalista e autore Eberhard Seidel si iniziarono a raccogliere fondi. In seguito il consiglio di amministrazione aprì le prime quattro sedi di coordinamento in nome di una Germania aperta. Vennero pubblicati veri e propri manuali da consegnare alle scuole per guidare insegnanti e studenti ad una sana convivenza di unicità. All’Associazione vennero assegnati diversi premi, sia dall’associazione ebraico/cattolica che dalle associazioni islamiche, come ad esempio il premio „Botschafter der Toleranz“ ovvero Ambasciatore della Tolleranza. Cresce a vista d’occhio il numero delle scuole che scelgono di aderire e si moltiplicano le iniziative sia regionali che nazionali.
Ma a chi si rivolge questo progetto?
Questo progetto offre ad alunni ed insegnanti l’opportunità di plasmare attivamente il clima della loro scuola. Lo fanno opponendosi consapevolmente a tutte le forme di discriminazione, bullismo e violenza. E’ la più grande rete di scuole in Germania e attualmente ne fanno parte più di quattromila istituti. Gli studenti e gli insegnanti sono supportati da oltre 120 centri di coordinamento e da circa 400 partner di cooperazione extrascolastica.

Ogni scuola può acquisire il titolo Schule ohne Rassismus – Schule mit Courage, se soddisfa i seguenti requisiti: almeno il 70% di tutte le persone che apprendono e lavorano in una scuola (alunni, insegnanti e personale tecnico) si impegnano con una votazione segreta ad opporsi attivamente a qualsiasi forma di discriminazione nella loro scuola in futuro, a intervenire in caso di conflitti e a organizzare regolarmente attività e progetti con finalità di inclusione sociale.
Ecco alcune caratteristiche delle scuole che aderiscono al progetto:
1) Promuovere un modello di convivenza di unicità. Le scuole che aderiscono a questo progetto sono inclusive e, qui in Germania, non è affatto scontato. In alcune regioni, in particolar modo in Baviera, i bambini che hanno ricevuto una diagnosi non accedono così facilmente alla scuola pubblica e spesso sono indirizzati alle Förderschule, ossia istituti dove gli studenti vengono divisi in base all’etichetta diagnostica e seguiti per tutto il percorso scolastico. Le scuole che aderiscono al progetto Schule ohne Rassismus – Schule mit Courage hanno classi inclusive.
2) Educare alla pace. Il piano didattico del Ministero dell’Istruzione prevede almeno una o due ore di religione settimanali. Nelle scuole pubbliche le lezioni di Etica vengono spesso considerate semplicemente come un’alternativa per i bambini senza religione, una scelta di ripiego. Al contrario, in queste scuole le ore di Ethik prevedono un programma didattico vasto con un conseguente impatto educativo. Questi sono solo alcuni esempi dei temi trattati già dal primo anno delle elementari: riconoscere i propri limiti e accettare l’aiuto, essere consapevoli di se stessi, provare gratitudine, riconoscere, distinguere e gestire i propri sentimenti (rabbia, malessere e coraggio), riflettere sulle proprie azioni, affrontare i conflitti e trovare soluzioni non violente, trattare se stessi e gli altri con rispetto.
3) Ospitare delegazioni internazionali per raccontare agli studenti di un mondo più grande di quello in cui vivono. Per esempio, nella scuola dei miei figli viene organizzato il KinderKulturKarawane, composto da giovani artisti provenienti da Africa, Asia e America Latina che vengono ogni anno in Germania per dare una visione della loro cultura, delle loro esperienze personali e dei problemi che riguardano la loro vita quotidiana. Ogni anno all’interno delle scuole vengono ospitate delegazioni che si esibiscono in performance teatrali, workshop e convegni. I componenti delle delegazioni vivono a casa delle famiglie degli studenti. Sono occasioni uniche e importantissime, non solo per i temi importanti come il razzismo, la diversità, la stigmatizzazione, ma anche perché gli studenti abbiano una visione del mondo che vada sempre oltre i propri confini, contro ogni forma di etnocentrismo.

4) Le parole hanno un peso. Elencare tutte iniziative educative in poche righe è impossibile, ma per esempio, ogni anno gli studenti sono incaricati di appendere su ogni muro della scuola dei cosiddetti “distributori di parole gentili”. L’iniziativa si chiama “Soll ich Dir mal was sagen?” o meglio “Vuoi che ti dica qualcosa?”. Questi fogli sono ritagliati in modo da poter staccare delle strisce di gentilezza scritte dai bambini stessi. Io ne ho staccata una che tradotta diceva “Lascia che il mondo migliori grazie alle tue passioni”.
Chi di voi mi segue da qualche hanno, sa bene che credo fermamente che la scuola giochi un ruolo chiave nella lotta contro la stigmatizzazione, la discriminazione e il razzismo e che iniziative come questa siano un esempio importante. Spesso mi scrivete per chiedermi consigli sul sistema scolastico tedesco o su quale scuola sia meglio di un’altra. Io consiglio sempre di prendersi il tempo di leggere i siti web delle scuole, i curricula degli insegnanti perché raccontano molto di quello che fanno. Partecipate ai TdoT o Tag der offenen Tür, non abbiate timore di fare domande, per esempio su come la scuola affronta concretamente problematiche serie come gli episodi di bullismo che, pensate un po’ sono segnalati fin dal Kindergarten.
Alla prossima avventura!
Lara G.
