La Pediatra che sussurrava agli Expat

La Pediatra che sussurrava agli Expat

 

Se vivere all’estero è difficile (e garantisco che lo è), trasferirsi con i figli complica il tutto, e non poco. Mio figlio ha due anni e mezzo, penserete ma è piccolo, cosa c’è di complicato? Non è lui ad essere complicato, lo è il “Sistema Bambini” che qui in Germania è totalmente diverso da quello italiano. In meglio o in peggio? Dipende, sotto molti aspetti è meglio e sotto altri è peggio. Questa settimana mi sono scontrata con uno degli aspetti peggiori, ve lo racconto, ma è doveroso fare una premessa.

Intanto per Sistema Bambini intendo l’insieme di visite mediche/pediatriche unite a svariate terapie, che vengono spesso e volentieri prescritte dagli insegnanti in collaborazione coi pediatri, a tutti i bambini o quasi. Queste terapie sono incluse nel sistema assicurativo sanitario, quindi non costituiscono un costo aggiuntivo per la famiglia, molto bene penserete, ma è anche opportuno chiedersi: Queste terapie sono davvero tutte indispensabili? Ed è qui che vi voglio, perchè è questo il nocciolo della questione. Gratis non significa per forza utile e io in qualità di genitore m’interrogo, anzi penso di avere il dovere di interrogarmi.

La mia personale impressione è che ci sia un efficiente sistema di controllo della salute dei bambini del quale mi ritengo molto soddisfatta, ma anche una generale tendenza ad uniformarli che non mi piace per niente.

In generale qui si apprezza molto il fatto di essere tutti allineati, i bambini hanno tutti gli stessi giochi e più o meno lo stesso modello educativo, si alimentano anche allo stesso modo. Mio figlio non ama mangiare la verdura cruda a colazione, preferisce i krapfen, non si fa truccare la faccia per nessun motivo, non indossa collanine (qui tutti i maschi hanno la collanina), divora tutte le decorazioni a forma di biscotto, è indipendente e cocciuto, canta solo ad alta voce,  insomma non è il perfetto bambino tedesco, ce ne faremo una ragione.

Ora sentite un po’ cosa mi è successo…

Una mattina della settimana scorsa, una delle insegnanti di mio figlio mi chiede di poter parlare a quattrocchi, ovviamente mi sono resa subito disponibile. Mi ha spiegato che, è sua opinione che il duenne, non sapendo ancora parlare bene necessita di una terapia dal Logopedista e non sapendo tagliare e scrivere deve fare Ergoterapia. Immaginatevi la mia faccia, stupore totale stile: Cosaaaa? Ho cercato di spiegarle il fatto che non ha neanche due anni e mezzo e vive in un ambiente in cui si parlano due a volte tre lingue ed è normale che i suoi tempi siano più lunghi, ed è normale che non sappia scrivere e disegnare. Ha replicato alle mie ragioni mettendomi in mano la brochure di un Centro Medico (Cattolico) chiarendomi di farle sapere il responso dei medici. Pensavo fosse un dialogo, invece era un monologo.

Ho seguito il suo consiglio, se così vogliamo chiamarlo, ma ho preferito prendere un appuntamento dalla nostra Pediatra di fiducia, intanto è partita una consultazione con tutte le mamme e amiche, colgo l’occasione per ringraziarle della loro pazienza.

Dopo tante chiaccherate con persone di varie nazionalità, ho scoperto con mia grande sorpresa che, ben più della metà dei bambini che conosco qui in Germania, vengono sottoposti a delle terapie: c’è chi va in clinica per dimagrire (anche soggiorni di un mese), chi dall’Ortopedico, tutti dal Logopedista, e quest’ultima moda dell’Ergoterapia ha travolto tutti. In Italia sono le mamme e le nonne che disegnano coi bambini, e gli insegnano a tenere la penna in mano per esempio, qui ci vuole lo specialista! Si sono inventati un lavoro? Forse esagero, ma intanto… Le mamme tedesche erano effettivamente stupite della prematura richiesta della maestra, ma ci hanno tenuto a dirmi: “Il Pediatra certamente seguirà le direttive dell’insegnante, inizia a cercarti i medici migliori!” E mi hanno scritto diversi nomi.

Ed eccoci oggi dalla Pediatra: io, mio marito e il Duenne.

Esponiamo quanto detto dall’insegnante, sottolineando che siamo disponibili a fare quel che è necessario fare.  La Dottoressa (55 anni) è affiancata da due assistenti che ci ascoltano in religioso silenzio, ci lascia finire, incrocia le braccia, fa un grande respiro, si appoggia al lettino dietro di lei, inarca le sopracciglia tipo: State scherzando? E comincia con: “E’ normale che un bambino così piccolo in un ambiente con più di una lingua si prenda più tempo per parlare, io non gli prescrivo delle sedute dal Logopedista, perchè prima dei tre anni sono inutili e non capisco la fretta.” E con aria sempre più contrariata continua: “Se si trattasse di un bambino affetto da una malattia sarebbe un discorso diverso ma lui è sano, bisogna solo dargli tempo” e chiude con “Ergoterapia? Dite alla maestra che è normale che non sappia scrivere e che eventualmente in prima elementare si interverrà, lo decideremo quando sarà utile. Intanto deve ancora iniziare il Kindergarten e avremo modo di fare tante visite e valutazioni. Ditele che io non prescrivo niente e ci rivediamo quando avrete una reale necessità, se vuole chiamarmi sono qui.

Usciamo dallo studio e ci guardiamo, mio marito ha fatto dei commenti sulla maestra che non scriverò, ma ve li lascio immaginare. Ora mi toccherà andare dalla suddetta insegnante a riportare il tutto, senza urtare la sua sensibilità, ne sminuire le sue competenze e mi toccherà un’altra sudata perchè temo non la prenderà affatto bene. Intanto se riesco ad evitare che mio marito la incroci nei prossimi mesi avrò già ottenuto tanto, è uscito dallo studio medico con la sete di sangue!

Una maestra tuttologa, una pediatra ribelle, una mamma in ansia, la telenovela continua anche su f

E questo temo sia solo l’inizio, la mia amica Tatiana di Germania solo andata ha bloggato di tutte le visite necessarie solo per accedere alla prima elementare della scuola pubblica! Aiutooooo

La Pediatra che sussurrava agli Expat
Immagine tratta da internet

 

11 pensieri riguardo “La Pediatra che sussurrava agli Expat”

  1. Cara Lara è cosi!
    Ma ti prego lasciamelo dire
    Una cosa è certa che se si è immigrati
    Si è sempre assoggettati al giudizio
    Di chi si reputa il diritto di di poterlo
    Fare. Ciao un caro saluto.

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    1. Ma sei liberissima di esprimere la tua opinione, ci mancherebbe! Ti dirò che queste terapie le fanno pure i tedeschi e da molti anni, anzi chi non le fa insiste, è una specie di fissazione! Poi io sono abituata al sistema più rilassato italiano e resto un po’ di stucco di fronte a tali richieste!

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    2. ciao Violetta, ma sei liberissima di esprimere la tua opinione! Che dire, queste terapie sono per tutti non solo gli immigrati. Ho appena finito di chiaccherare con un papà tedesco il cui figlio sta facendo i test per la prima elementare e gli hanno già prescritto ergoterapia e logopedia, tanto per cominciare!
      Inutile ribadire che ci vuole tanta tanta pazienza ma so che mi capirai! 😉
      un abbraccio
      Lara

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  2. Ciao Lara! La mia opinione è che ormai questa di trovare a tutti i costi un problema nello sviluppo psico-conoscitivo dei bambini/ragazzi, stia diventando un’ossessione anche in Italia. Con mia grande sorpresa, quest’anno nella classe di mio figlio (prima media) è stata dedicata una giornata intera ad una serie di test per verificare eventuale dislessia e altre difficoltà effettuati da una società privata. Riportati i risultati poi le mamme sono state invitate a prendere appuntamento con i logopedisti, ma ahimè per il servizio sanitario nazionale occorrono 2 anni di lista di attesa. E allora? E’ necessario prendere appuntamento con studi privati piuttosto cari. A parte il fatto che non tutte le famiglie possono caricarsi costi così elevati, ma possibile che oggi tutti i bambini abbiano qualche problema nel calcolo e nella lettura? Non lo so, ma se anche li avessero, scoprirlo in prima media e attendere eventualmente la terza per iniziare a risolverli mi sembra inutile. Perciò un grande complimento alla tua pediatra che ha saputo contrastare questa mania.

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    1. Oh mamma non lo sapevo! Ma hai ragione, che senso ha iniziare in prima media? o addirittura in terza?!
      La pediatra ci ha stupiti positivamente e siamo molto contenti, per questo suo modo di porsi è anche un po’ criticata ma ora ne capisco le motivazioni.
      Un abbraccio
      Lara

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  3. A due anni i bambini dovrebbero solo avere il compito di guardarsi intorno e fare le loro emozionanti scoperte con i loro tempi. Tanta fretta per fare poi cosa!?!? Giusto secondo me imparare le regole della convivenza ma regole per lo sviluppo non dovrebbero essercene. Salvo arricchire ego e portafogli di qualche sapientone… 😦

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  4. Non mi sembra assolutamente che tu sminuisca le sue “capacità” riportandole quello che il medico ha detto… lei ha dato un consiglio (sul quale sto cercando di trattenermi dal commentare), tu da brava mamma lo hai seguito, ma il medico non è lei, quindi che stia al suo posto.
    Un bambino di due anni ha un solo dovere: giocare. Per il resto, c’è tempo!
    E complimenti per la pazienza, io la maestra l’avrei mandata a quel paese.

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    1. Ho tanta pazienza ma credimi ci sono giorni in cui si esaurisce mooolto velocemente, forse perchè sono spesso solo ad affrontare tutte queste questioni ed è stancante sai.
      Un abbraccio
      Lara

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  5. Ciao. La mia bimba è italo tedesca. Viene sottoposta a tutti i controlli U1, U2,U3 ec.. ti sei mai chiesta perché tanti controlli? In realtà, dispiace dirlo, ma è sempre una questione di perfezione. E se non vai ai controlli arriva lo Jugendamt. Si rischia di vedersi togliere i bimbi, soprattutto se si è stranieri…purtroppo.

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    1. Ciao Sara, i bilanci di salute vengono fatti anche in Italia, quello che mi preoccupa davvero è la tendenza a prescrivere terapie inutili. Purtroppo anche settimana scorsa ho accompagnato un’amica dalla pediatra con lo stesso problema, non se ne può più! Va bene creare posti di lavoro, ma qui si esagera!

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