La mia prima volta in un ospedale tedesco

Durante l’ultimo mese, sono stata ricoverata un paio di settimane in un ospedale bavarese. Sono stati giorni difficili per diverse ragioni, ma non ho intenzione di annoiarvi con la mia malattia. Voglio però scrivere della mia prima volta in un ospedale tedesco, i miei pensieri e come sempre, la MIA personale opinione, questa volta come paziente. Non era previsto che io fossi ricoverata, e questo ha reso la mia esperienza decisamente più avventurosa! Iniziamo col bicchiere mezzo pieno, che è quello che preferisco.

immagine tratta da internet

Ecco le cose che mi sono piaciute di questo ospedale tedesco:

  • La connessione Wifi. A pochi minuti dal mio arrivo in stanza, si è presentata l’addetta alla Wifi. Mi ha proposto un abbonamento di 4€ al giorno che includeva connessione, Tv e  telefonate in Germania illimitate. Mi ero installata Netflix sul cellulare e devo dire che è stato una salvezza poter vedere le mie serie preferite.
  • Il piccolo bar solo per i pazienti. Nel reparto c’era una stanza attrezzata con armadi colmi di tisane e the, bollitori, tazze, caffè, zucchero, piccoli snack e una lavastoviglie gestita dagli inservienti. C’erano anche a disposizione delle cassette con bottiglie d’acqua, tutto gratuito e a disposizione dei pazienti. L’unica cosa a pagamento era la birra analcolica. Poter preparare il the per mio marito mi piaceva, in qualche modo mi faceva sentire a casa.
  • L’armadietto delle scorte in camera. Ogni camera aveva un armadietto contenente carta igienica, assorbenti, guanti monouso, garze, disinfettanti. Sono stati gli infermieri ad autorizzarmi ad aprire l’armadietto in caso di necessità. Davvero molto comodo.
  • Il personale ospedaliero MULTI CULTI. In due settimane di ricovero, posso dire di aver incontrato personale ospedaliero di almeno dieci nazionalità diverse! Ognuno  con la sua storia e sensibilità, e questo ha contribuito a farmi sentire meno straniera.

Si perché mentre in Italia mi sarei preoccupata solo di guarire, qui ho dovuto spesso sforzarmi di capire cosa stesse succedendo. Ci sono state SITUAZIONI CHE all’inizio non capivo, e poi semplicemente NON MI SONO PIACIUTE. Ecco quali:

  • Gli Infermieri erano stressati e non troppo cortesi. Davano spesso risposte evasive, sembravano sempre impreparati. E questo non mi faceva sentire tranquilla. Ma la cosa più preoccupante era che gli infermieri erano affiancati da un elevato numero di Azubi di cui si dovevano occupare.
  • Chi sono gli Azubi? Azubi è il diminutivo di Auszubildende cioè l’apprendista. Per farla breve, in Germania l’infermiere è uno dei tantissimi Ausbildung Arbeit, vale a dire, un lavoro che si può esercitare dopo tre anni di alternanza scuola/lavoro e il superamento di un esame finale. Gli apprendisti infermieri o Azubi erano sempre presenti, con tutti i pro e i contro. Ottima l’idea che facciano pratica, ma a mio avviso, non andrebbero MAI lasciati soli! E invece, nel mio caso, erano spesso abbandonati soprattutto nei cambi turno. Vi garantisco che, se già gli infermieri mi sembravano insicuri, gli azubi da soli facevano più danni che altro. Vi lascio immaginare la mia tranquillità come paziente bisognoso di cure.
  • La Disorganizzazione. Gli orari delle terapie non sono MAI stati rispettati, a volte erano in ritardo anche di due ore. Immaginatevi il disagio di notte. I primi giorni dovevo spesso far richiesta dei farmaci e non avete idea di quante volte gli infermieri mi abbiano risposto “Purtroppo non lo so, chiedo a un collega”. Una mattina il mio medico ha fatto prenotare l’ambulanza per un consulto medico urgente ESTERNO all’ospedale. 10 minuti prima di partire con l’ambulanza, io e mio marito abbiamo scoperto che l’impiegata del reparto aveva prenotato l’ambulanza per il primo febbraio e fin qui tutto bene, e la visita urgente per 16 febbraio! Due settimane dopo(!) L’infermiera di turno ci ha chiesto di accettare di attendere due settimane, certo la salute non era la sua. Io stavo molto male, ho afferrato mio marito per un braccio e gli ho detto “Tira fuori la tua italianità! Vai e risolvi!” Mio marito che era più preoccupato di me, è corso nella sala infermiere, la richiesta dei nomi dei responsabili dell’accaduto ha subito funzionato! Dopo un’ora eravamo seduti su un taxi (pagato dall’ospedale) in direzione di uno studio medico  dove sono stata visitata da un dottore molto competente che mi ha aiutata.

Sulla poca sensibilità del personale medico non mi dilungo, invece ho scoperto un “lavoro ospedaliero” inutile, diciamo stravagante: l’Addetta alla Cura delle Anime. Ora vi spiego meglio:

Una mattina si è presentata in camera mia una donna di circa trent’anni con un camice bianco e una targhetta ben leggibile “Frau X, Addetta alla Cura delle Anime – Dipendente della Chiesa Cattolica”. Io e mio marito non riuscivamo a capire chi fosse quella donna ma soprattutto cosa volesse da noi, era chiaro che non era li per fare del volontariato, ed eravamo a dir poco PERPLESSI.  Per correttezza le abbiamo subito specificato che non eravamo religiosi, ma niente da fare, lei continuava a tornare. Il suo scopo sembrava quello di volerci dare conforto, veniva in camera quasi tutti i giorni, mi chiedeva se avevo dei problemi privati, se avevo bisogno d’aiuto, e lasciava la stanza solo se le veniva chiesto esplicitamente di farlo. La sua presenza mi faceva sentire a disagio. Forse perché arrivava sempre nei momenti meno opportuni, o forse perché ero stanca e desideravo solo dormire tra una flebo e l’altra. Una mattina mi ero appena addormentata e me la sono ritrovata in fondo al letto, le ho chiesto gentilmente di non tornare più e lei ha finalmente capito.

In conclusione, durante il mio ricovero non ho mai avuto la sensazione di poter dormire sonni tranquilli. Le continue incertezze del personale medico e la loro disorganizzazione mi turbavano e non poco,  penso che per un paziente non ci possa essere sensazione peggiore. Con questo non penso che in tutta la Germania funzioni così, ci mancherebbe! Questa è solo la MIA esperienza, il MIO diario di viaggio, in cui ho voluto tenere memoria di questa faticosa avventura.

Lara Gullen

immagine tratta da internet

 

4 pensieri riguardo “La mia prima volta in un ospedale tedesco”

  1. Ciao Lara! Innanzitutto spero che tu abbia risolto e ti faccio tanti auguri per una completa guarigione. Ti posso dire che la mia esperienza con l’ ospedale della zona ( piccolo centro e non una grande città come Monaco) è stata positiva; parto, intervento chirurgico al figlio a 13 mesi ( prima volta che veniva effettuato nella struttura), ricovero e pronto soccorso, quindi ho potuto verificare diverse situazioni in diversi momenti. Confermo tutte le qualità da te elencate; una nota di merito per l’estrema pulizia, la possibilità di ricevere visite durante tutto il giorno senza problemi e quella di parlare inglese con tutti i medici e quasi tutti gli infermieri, che per il mio problema con il tedesco, è un particolare non da poco. Per me niente cura dell’Anima, però 😀

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