Quella volta del compleanno al museo dei dinosauri

Più il tempo passa, più mi rendo conto che quando pensi che le persone abbiano toccato il fondo, c’è sempre qualcuno che silenziosamente ti passa una pala, quasi a dirti “Scava scava che non è ancora finita”. 

L’ultimo compleanno dove avevo accompagnato mio figlio, i genitori avevano organizzato la festa in un centro giochi senza prenotare il tavolo per risparmiare(!!!) con il risultato che i bambini avevano mangiato la torta seduti per terra come gli indiani. A quest’ultimo compleanno la situazione è stata decisamente peggiore.

Due mesi fa ho trovato nello zainetto dell’asilo un invito a un compleanno in un museo di dinosauri. La cosa sorprendente, e alquanto strana, è stata che la tedeschissima mamma del festeggiato mi ha scritto in privato chiedendomi la cortesia di essere presente a quella che si presumeva sarebbe stata una festa per bambini. Davvero strano. Naturalmente ho dato la mia disponibilità, inconsapevole di quello che sarebbe accaduto.

La mattina della festa sono partita in auto con mio figlio e un suo amichetto, anche lui di 5 anni. I piccoli in auto erano gasatissimi, pregustavano una super festa, ma appena arrivati nel cortile esterno al museo, si è presentata “la nostra guida”: un uomo sui sessant’anni, che evidentemente aveva perso l’empatia alla nascita insieme all’entusiasmo e alla simpatia. Insomma, davvero la persona adatta ad una festa per bambini. Su suo ordine, abbiamo radunato i piccoli davanti alla porta d’ingresso. La guida, con tono solenne, ha iniziato: “Cari bambini benvenuti al museo dei dinosauri. Questo è un museo, pertanto è importante non parlare ma guardare e ascoltare. Questo non è un parco giochi, pertanto non si può giocare. Seguite le mie istruzioni. Fate silenzio e seguitemi.” I due piccoli si sono girati verso di me con lo sguardo terrorizzato. Io ho cercato di tranquillizzarli ma ero preoccupata anch’io, perché dai presupposti avevo immaginato che si trattasse di una festa, giusto?

Il tono di voce della guida era severo e per nulla amichevole. I bambini dovevano ascoltare i suoi racconti in religioso silenzio, erano concessi solo gli sbadigli che dopo 20 minuti erano diventati contagiosi. I bambini erano evidentemente annoiati, gli argomenti erano troppo impegnativi per bambini così piccoli e inoltre la poca pazienza della guida e il suo fare scorbutico non aiutavano di certo. Lui decideva persino dove e come si dovevano sedere i bambini. Un uomo arrogante insomma, che in diversi momenti mi ha fatto pensare quanto sarebbe stato meglio passare la mattinata in ospedale a fare una bella rettoscopia.

Ore 11:30 viene annunciato il momento del pranzo più torta. Evvai!!! Finalmente un po’ di allegria. E invece no. Ci portano in una piccola stanza dove troviamo un tavolo apparecchiato a festa, molto bene! Mi giro verso il tavolino del buffet e resto senza parole. Non c’erano dolcetti, ne caramelle, ne una torta a tema, niente tartine, niente di niente. I genitori avevano deciso che la torta del festeggiato sarebbe stata un plumcake senza farcitura, senza decorazioni ma con velo di zucchero sopra e una candelina con il numero 6… spenta… SPENTA! Per gli invitati erano previsti dei saporitissimi Brezeln di Aldi, salamini confezionati, peperoni rossi crudi e cetrioli a fette. Da bere, acqua naturale e Apfelschorle. I bambini mangiavano in silenzio, all’improvviso mio figlio con la sua vocina ha accennato una canzone a tema “Happy Birthday”, mentre bambini e genitori sono rimasti tutti in silenzio. La mamma del festeggiato passava ad offrire peperoni crudi, mio figlio ha gentilmente rifiutato e riportato il suo guardo sulla fetta di plumcake spoglio, in fondo meglio di niente e meglio del peperone crudo. Io sono stata assalita da una tristezza che mi è andata giù giù fino in gola. Ma come si fa a vivere così, mi chiedevo mentre guardavo i genitori del festeggiato. Hanno entrambi una buona posizione lavorativa, macchinoni da sfoggiare, abiti firmati, orologioni e tutto il resto… ma come si fa a essere così avidi da non accendere nemmeno una candelina così da poterla riciclare?

Ma purtroppo il peggio doveva ancora venire.

Mentre due bambini accennavano un sorriso, la guida è entrata e senza chiedere se eravamo pronti, ha fatto partire su una grande televisione, un video con immagini di dinosauri che morivano o combattevano. I piccoli erano impauriti ed evitavano accuratamente di guardare lo schermo. Mi sono corsi vicino, e ho avuto l’istinto di portarli via. Mi sono trattenuta, ma avrei dovuto seguire l’istinto perché da lì a poco la situazione è, se possibile, peggiorata. La guida era ancora più nervosa, ha radunato i bambini in un’area e ha preteso che mio figlio e altri due bimbi non stessero seduti sulle sedioline, dovevano stare seduti per terra con gli altri. Io dalla tristezza sono passata alla rabbia. Quando la guida ha, senza mezzi termini, sgridato i bambini perché secondo lui dovevano restare in silenzio, non ci ho più visto. Mi sono alzata ho preso mio figlio e il suo amichetto per mano e ho detto con tono scocciato “Vista la situazione, noi ce ne andiamo!” I bambini si sono girati tutti, mi guardavano preoccupati. In quel momento avrei tanto voluto sbottare, dire quello che pensavo, ma a quale scopo? Evidentemente per quei bambini era comunque un giorno di festa. Chi ero io per regalare un brutto ricordo a dei bambini che, se quella era una festa, chissà come vivono il resto dell’anno poverini.

Mi sono aggrappata alla mia intelligenza, ho stretto i bambini a me mentre la madre del festeggiato preoccupata mi è corsa dietro. Io ho messo le mani nella borsa, ho tirato fuori il Gutschein del negozio di giocattoli e con tono nervoso le ho detto “Noi ce ne andiamo a mangiare un gelato al parco, buon proseguimento!”

E così ho fatto! Siamo usciti dal museo e ci siamo goduti un gelato al sole. Avevo proprio bisogno di calore per calmarmi. Mio figlio “Mamma adesso dove andiamo?” e io “Adesso ci godiamo la vita tesoro mio!! Basta con gli sbadigli, oggi si va in un vero parco giochi!” siamo saliti in auto e dopo pochi minuti mi arriva un messaggio della madre del festeggiato: “Sono dispiaciuta per il comportamento della guida davvero troppo severa coi bambini e capisco perché hai deciso di andartene. Tra due settimane andrò con la mia famiglia in vacanza in Italia. Non vedo l’ora perché so che li i bambini sono ben voluti e liberi di esprimersi. Lunedì ti porto i sacchettini di ringraziamento. Buon weekend”. Il lunedì ho trovato nello zainetto di mio figlio una busta d’ufficio bianca, non c’era scritto niente, all’interno c’erano due bustine di Gummi Bärchen e un libricino di quelli che trovi in omaggio nei supermercati… che strazio.

A parte che io non capirò mai i genitori che si ostinano a trasformare i compleanni dei propri figli in eventi culturali per poi usare la parola “party” sull’invito. Una festa deve essere una festa, un evento culturale è un’altra cosa, che tra l’altro in età d’asilo è poco sensata a mio avviso. Ma a parte questa considerazione, quello che mi ha lasciata con l’amaro in bocca è stato il comportamento degli altri genitori. Di fronte ad un uomo così indisponente e maleducato, non hanno fatto una piega. Il loro “accettare” passivamente la situazione mi ha fatto sentire sola, non ci sono altre parole, sola è la parola giusta.

In conclusione, che i bimbi facciano i bimbi, e poco importa l’atteggiamento medio (o mediocre in questo caso) accettato dagli altri. INTEGRAZIONE, lo dice la parola stessa, significa integrare, da entrambe le parti, e non subire. Arricchire il mio/nostro bagaglio culturale con quello locale, portando dove possibile un po’ di valore aggiunto da una cultura straniera, la mia. E così sarà, con sempre più forza e con tanta voglia di stare bene e non di adeguarsi per piacere del quieto vivere.

immagine tratta da internet

 

3 pensieri riguardo “Quella volta del compleanno al museo dei dinosauri”

  1. Vivi davvero delle esperienze interessanti: Giacomo e Tommaso vanno sempre a feste di compleanno e non è mai accaduto niente del genere, anzi qui i Musei sono gettonatissimi e hanno programmi molto interattivi e divertenti per i bambini (spesso delle cacce al tesoro). Per l’ultima festa di compleanno a cui ha partecipato Giacomo, i genitori hanno affittato un castello e hanno fatto venire degli attori a impersonare i fantasmi burloni. Hanno anche confezionato insieme un costume da fantasma per ogni invitato. Questo, però solo per la seconda parte della festa, la prima parte l’hanno passata in piscina… Credo che “la Baviera non sia un paese per giovani” (cit). In bocca al lupo.

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    1. Considera che si tratta di bambini di un Kindergarten e ad oggi io ho visto solo feste in Spielplatz o a casa. Ci sono anche qui tante alternative per le quali è consigliato un’età minima. Diciamo che questo museo nello specifico ha spaventato i bambini invece di appassionarli. Cattiva gestione e cattiva scelta, argomenti difficili per bambini così piccoli

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