Il discorso della nostra preside (tedesca)

Questa sera ho partecipato per la prima volta ad una Elternabend Schulreife o meglio la serata per i genitori dei bambini che hanno compiuto 5 anni e sono entrati in età prescolare. Schulreife significa proprio “maturo per la scuola”. La preside insieme alle maestre hanno voluto darci le linee guida educative che aiuteranno i bambini ad arrivare pronti ad affrontare la Grundschule (o scuola elementare).

Sinceramente non sapevo cosa aspettarmi da questa riunione. Come ho già scritto, ho solo un figlio, che sto crescendo qui in Germania, e ogni volta scopro cose nuove. Come sempre siamo arrivati tutti puntuali e ci siamo seduti in religioso silenzio. La preside era già in mezzo a noi, una donna eccentrica se vogliamo (abbigliamento sgargiante, tatuaggi ovunque, orecchini a profusione…), che contribuisce insieme al carattere affabile a renderla molto piacevole. Davvero un bel personaggio, sempre sorridente. Dopo i saluti di rito, ha fatto il suo discorso:

“Cari genitori, il passaggio alla prima elementare rappresenta un grande cambiamento per i vostri figli. La loro indipendenza non sarà l’unica caratteristica che dovranno aver sviluppato. Le maestre della Grundschule non sono educatrici dell’asilo, ne tanto meno delle mamme pronte a sostituirvi quando voi non ci sarete. Si occuperanno della formazione culturale,  del tedesco, della matematica, e la loro aspettativa sarà di avere di fronte dei bambini indipendenti da ogni punto di vista. Vi do alcuni esempi: come sapete in classe non potranno indossare le scarpe, resteranno in ciabatte pertanto dovranno sapersi mettere e togliere le scarpe da soli. Quando faranno la merenda al banco non dovranno fare briciole. Banco e pavimento dovranno essere lasciati puliti. L’autogestirsi durante l’intervallo è un altro punto importante. Si, perché anche le maestre hanno diritto a fare una pausa e nessuno le obbliga a guardare i vostri figli, i quali dovranno rientrare in classe in autonomia al momento giusto. Anche saper stare in silenzio ed ascoltare sarà fondamentale.

Quello che dobbiamo fare quest’anno è lavorare tutti insieme in questa direzione, ma soprattutto voi genitori. Insieme dobbiamo far si che i bambini sviluppino caratteristiche fondamentali come Resilienza, Fiducia in se stessi, Gestione della Frustrazione e sviluppo della Pazienza.

La Resilienz o resilienza è la capacità di fallire, imparare dai propri sbagli e ricominciare. Come può un bambino sviluppare la resilienza? Per imparare ad essere resilienti i bambini devono affrontare delle frustrazioni e devono riuscire a  capire che la frustrazione per una sconfitta o un fallimento porta con se un insegnamento. Istintivamente i genitori tendono a far si che il bambino sia sempre “protetto”. Un esempio pratico? Vostro figlio dimentica a casa il suo giocattolo proprio nella giornata prestabilita in cui avrebbe potuto portarlo a scuola. Se ne accorge entrando in classe ed inizia a piangere. Lui è triste perché gli altri bambini se ne sono ricordati mentre lui no. Che fare? Vi prego non tornate a casa a prendere quel giocattolo! Lasciatelo piangere! Lasciate che capisca quanto è importante per lui quel giocattolo. Attraverso l’emozione, la frustrazione del momento, si stabiliscono delle priorità come ad esempio: questo giocattolo per me è importante e devo assolutamente ricordarmi di portarlo con me allo Spielzeug Tag (giorno prestabilito in cui i bambini possono portare in classe un giocattolo). Quel piccolo dramma che voi vorreste risolvere velocemente tornando a casa a prendere il giocattolo, è in realtà un’occasione per aiutarlo a crescere.

Sappiamo che i vostri figli raggiunti i cinque anni, ogni mattina si preparano la colazione da soli, si lavano la faccia e si scelgono i vestiti. Bene! Noi vi chiediamo di fare un passo oltre. Lasciate che siano loro a scegliere se mettere la giacca o no e quali scarpe indossare. Se piove e vogliono mettersi le scarpe da tennis anziché gli stivaletti di gomma, voi lasciate che loro si mettano le scarpe da tennis. Loro devono bagnarsi i piedi, sentire fastidio e/o freddo. Vedrete che il giorno dopo, in autonomia, se fuori piove sceglieranno gli stivaletti. Idem per la giacca, se non vogliono metterla, lasciateli liberi di scegliere. In questa fase di crescita, se si convincono che c’è sempre qualcuno pronto a scegliere per loro, si auto convinceranno di non essere in grado di farlo. Lo sviluppo della fiducia in se stessi è fondamentale.

Ogni mattina iniziate a fare tutto 10-15 minuti in anticipo, così da dargli il tempo di scegliere. Limitatevi a chiedergli: Sei pronto per uscire? Oggi è martedì, hai preso tutto quel che ti serve? Dovrà essere lui che, dopo aver messo la merendina nello zaino, dovrà prenderlo e ricordarsi se c’è palestra oppure musica. Insomma le borsette aggiuntive dovrà prenderle lui, se arriverà a scuola senza, noi insegnanti sapremo il perché e certo non lo sgrideremo. Gli faremo notare quanto è importante organizzarsi, vedrete che non succederà più. Quando arriverà a scuola con le borse giuste penserà: Io so scegliere per me stesso, io mi so organizzare.

Una caratteristica che li aiuterà molto a livello scolastico sarà lo sviluppo della Pazienza. I bambini normalmente vogliono tutto e subito, voi, insieme a noi, dovrete insegnargli ad essere pazienti. Quando siete con loro e vi mettono pressione per avere qualcosa subito, fateci caso e spiegategli che devono imparare ad aspettare. Nella vita non potranno avere tutto quello che vogliono e quando vogliono. Se non imparano ad essere pazienti, vivranno momenti di grande frustrazione. Ora devono imparare a gestire queste emozioni. E prima è, meglio è.

Un ultimo argomento, poi passo la parola alle mie colleghe, riguarda l’età a cui iniziare la prima elementare. Come già sapete qui si possono iniziare le elementari o a 6 o a 7 anni. Alcuni genitori mi hanno esternato le loro preoccupazioni e vorrebbero che i loro figli iniziassero a 6 anni. Io invece vi invito a riflettere sull’importanza di iniziare la Grundschule a 7 anni, e sul considerare questa scelta un vantaggio. Ora mi direte cose come: “Ma se tutti i suoi compagni iniziano la scuola, mio figlio rimarrà senza amichetti, si sentirà diverso dagli altri”. No! Voi dovete concentrarvi sull’interesse dei vostri figli, non sul percorso scolastico degli altri. Se valutiamo vostro figlio non pronto per iniziare a 6 anni e preferiamo farlo iniziare a 7, vuol dire che noi rispettiamo i suoi tempi di crescita e dovete farlo anche voi. Non siamo tutti uguali. La vita non è una gara a chi comincia prima la scuola! La possibilità di rinviare di un anno l’inizio della carriera scolastica deve essere visto come un’opportunità di crescita e preparazione. Le alternative in questi casi sono due: o ci si ferma un anno in più al Kindergarten o si iscrive il bambino alla Vorschule*. Saremo noi, insieme a voi e a una commissione di insegnanti delle elementari, a valutare cosa è meglio per il bambino. Ora se ci sono domande vi prego esponetemi i vostri dubbi, altrimenti passo la parola alle mie colleghe…”

*La Vorschule è un corso di un anno al quale si accede dai 6 anni. Di solito le classi di Vorschule sono all’interno della scuola elementare dove il bambino inizierà la prima classe l’anno successivo. Se siete interessati leggete anche “in Germania iniziare la scuola a sette anni  è un’opportunità”

La riunione è durata circa due ore, poi ci siamo salutati e siamo andati a riprendere nostro figlio che era a cena a casa di amici. Io e mio marito ci siamo confrontati parecchio sulle parole della preside. Io soprattutto mi sono resa conto del grande lavoro che devo fare su me stessa. Anche se mio figlio è molto indipendente, ci sono cose che faccio istintivamente tipo: insistere perché si metta la giacca o le scarpe giuste a seconda del clima. E si, mi piace che il suo armadietto dell’asilo sia sempre in ordine con tutto pulito e piegato. E’ più forte di me, ma so che è sbagliato perché deve sistemarselo lui, così ho deciso di smettere. E’ passata una settimana dalla riunione, siamo ad ottobre, fuori ci sono 8 gradi e mio figlio il mattino esce di casa con i sandali e una giacchetta leggera. E io muta.

Mi sento come una degli alcolisti anonimi: Ciao a tutti, mi chiamo Lara, sono una mamma italiana ed è una settimana che non riordino l’armadietto di mio figlio. Applausi…

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13 pensieri riguardo “Il discorso della nostra preside (tedesca)”

  1. Fantastico Post!!
    Ricordo i primi anni di Università quando ci mandarono alcuni mesi d’estate a Trier. Mi sentivo davvero diversa. I tedeschi erano avanti anni luce e ti parlo di 35 anni fa.
    Vidi per la prima volta nelle camere di noi studenti i tre diversi contenitori colorati per l’immondizia differenziata. C’erano be 5 campane per il vetro. A seconda del colore delle bottiglie (nero, verde scuro, verde chiaro, ecc…)
    Meraviglioso insegnare la resilienza a dei bimbi, tuo figlio te ne sarà grato per la vita.
    Complimenti anche per lo sforzo che stai sicuramente facendo, te lo dice una mamma che con tantissima fatica ha insegnato l’indipendenza alla figlia. A 4 anni si lavava tutta da sola, ho poi scoperto che lavava un piedino una sera e l’altro la sera dopo…riteneva che non era il caso tutti e due insieme… a 19 anni è andata a Torino all’università e poi a lavorare ci è rimasta per 10 anni. Pochi mesi fa è tornata al paesello tutta felice e contenta….mai l’avrei detto… La vita è strana e spesso meravigliosa…

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  2. Non sai quanto mi abbia rasserenata questo post… proprio in questi giorni mi stavo tormentando al pensiero che la mia bimba inizi la scuola un anno dopo i suoi coetanei “non-expat”, ma la tua esperienza ha gettato una luce completamente nuova ( e positiva) sul problema. Grazie!

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  3. Ma per favore! Non è mica detto che tutto quello che fanno i tedeschi va bene anche per il resto del mondo. Questa poi, che uno se non sceglie i vestiti a 5 anni non sarà più i grado di farlo…. Ma per favore!!! Ci sono tanti modi per far crescere un figlio, e ciascuno sceglie il suo. Io a 8 gradi con i sandali non lo mando fuori mio figlio, punto. E ho il diritto di pensarla così.

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  4. E a proposito del vestirsi…. Adesso capisco meglio anche il modo di vestirsi „alla tedesca“. E per forza, non viene trasmeso per niente il senso estetico dell’abbigliamento a questi poveri bimbi…. 😆
    Ciao, sei molto simpatica. Quando posso ti seguo volentieri.

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  5. Mah…ciò che hai scritto sono tutte cose che si fanno obbligatoriamente con i figli, prima o poi. Il punto è quando cominciare a farle. Qui in Italia si fa solitamente un lavoro molto graduale, con un aiuto genitoriale sempre più sfumato nel tempo, ma di solito si conclude completamente prima dell’adolescenza. C’è chi va oltre e, tranne casi di particolare problematicità, i risultati non sono buoni. C’è chi anticipa perché le caratteristiche del figlio glielo permettono.
    Sono meglio i tempi molto più ristretti, anticipati e più standard dei tedeschi? Non so rispondere, perché per certi passaggi è necessario anche che il bambino abbia raggiunto la giusta maturazione per essere in grado di farli. Si dovrebbero confrontare i risultati su grandi numeri ed io non conosco abbastanza tedeschi per poterlo fare.
    Posso solo dire che con i miei metodi italiani non ho certo tarpato le ali ai miei figli, che sono adulti autonomi (uno vive a 14 ore di volo lontano da me), affettuosi ed equilibrati (per merito loro, indubbiamente, dico solo che non li ho rovinati).
    Tu con la tua sensibilità attenta saprai trovare il giusto ritmo

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    1. Ciao Mila, anch’io non sono certa su chi faccia meglio o peggio. Certo è che quando vengo in Italia, la maggior parte dei bambini sono iperprotetti da genitori e nonni. In Italia spesso scelgono i bambini quando andare a dormire come se sapessero di quante ore di sonno hanno bisogno. Queste e molte altre cose differenziano i metodi educativi. Mettiamola così, io sono più favorevole al metodo tedesco ma con l’elasticità italiana che ho e a cui non rinuncerò mai. Sono favorevole ad una sana via di mezzo insomma ☺️

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  6. Spesso i tedeschi si perdono in cose inutili, in regole senza senso che hanno come obiettivo il controllo totale, a questo punto suggerisco che sarebbe meglio sentirsi cittadini Europei. Non credo che il metodo tedesco sia migliore del nostro o viceversa, come in ogni cosa dovrebbe prevalere il buon senso. I tedeschi hanno la fissa di imporsi le regole. Parliamo chiaro: tutti noi siamo in Germania solo per questioni lavorative e di opportunità, di sicuro non perché un bel giorno abbiamo trovato il paradiso su Google maps. Da questo post si capisce perché in Germania non esiste flessibilità mentale: li indottrinano fin da piccoli.

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    1. Ciao Carlo, si è una cultura in cui le persone sentono l’esigenza di avere delle regole, persino i Biergarten sono pieni di cartelli con regole sul comportamento da tenere! Se sia un bene non lo so, ma sicuramente noi italiani in Germania con il nostro senso pratico e il nostro saperci arrangiare siamo molto avvantaggiati, in tutti i sensi.
      Un caro saluto,
      Lara

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