Oggi abbiamo finalmente firmato il contratto per la Vorschule. Sapete che non mi sembra vero! Della Vorschule vi avevo parlato nel post In Germania iniziare la scuola a sette anni è un’opportunità, ma non ho mai scritto delle difficoltà che abbiamo incontrato per dare a nostro figlio questa opportunità. Si, perché di ostacoli ne abbiamo trovati tanti.
Inizialmente ci avevano tenuto a spiegare che in Baviera, l’accesso alla prima elementare è deciso esclusivamente dalle maestre. Il che ci aveva preoccupati. Successivamente, grazie al Ministro dell’Istruzione Bavarese, la legge è cambiata ed è stato introdotto il concetto di Korridor Kinder. Tutti i bambini nati da giugno a settembre rientrano nei Korridor Kinder e i loro genitori hanno (da quest’anno, 2019) diritto di scegliere se farli iniziare a 6 anni o a 7 anni. Molto bene!
Per noi era importantissimo dare a nostro figlio, nato in settembre, la possibilità di frequentare la Vorschule, pertanto eravamo super contenti. Ma a Pasqua abbiamo ricevuto una notizia che ci ha lasciati di stucco. A seguito delle Legge sui Korridor Kinder, il nostro Comune di appartenenza ha cambiato le regole di accesso alla Vorschule. L’assessore all’infanzia ha introdotto una nuova regola sulle date di nascita con priorità d’iscrizione per i bambini “più vecchi”. Nostro figlio è nato a settembre pertanto è stato automaticamente escluso dalle liste d’ingresso alla Vorschule. Unica alternativa: restare al Kindergarten.
La mattina in cui la responsabile scolastica mi ha spiegato quello che stava succedendo in Comune e i motivi per cui non potevamo firmare il contratto, è stato uno di quei giorni bui che più bui non si può. Sappiamo tutti che vivere all’estero richiede impegno e tenacia inimmaginabili, ma ci sono momenti in cui pensare di tornare a casa, mandare all’aria tutto e fare le valigie sembra l’unico modo per tornare respirare.
Non potevo arrendermi. Il mattino successivo sono tornata alla Vorschule senza appuntamento, era chiusa per Team Building degli insegnanti, ma ho suonato il campanello così tante volte che alla fine è arrivata una maestra ad aprirmi. “Signora mi dispiace ma siamo chiusi e nel bel mezzo di una riunione tra docenti” e io “Lo so ma è un’emergenza. Ho bisogno di parlare con la responsabile. Adesso.” Lei era piuttosto sorpresa ma ha seguito senza esitare. Dal corridoio è spuntata la preside, che mi ha subito invitata nel suo ufficio. Siamo entrate e ci siamo sedute. Le ho spiegato per filo e per segno perché non potevo accettare un NEIN come risposta. Le ho raccontato che riteniamo proprio quella scuola, e nessun’altra, l’esperienza di cui nostro figlio ha bisogno e di cui ha diritto perché abbiamo presentato tutti i documenti nei tempi previsti, e questa legge, cambiata al volo, è ingiusta! Lei si è emozionata e mi ha parlato apertamente “Per me i genitori come voi sono preziosi e questa nuova legge mi ha messa in serie difficoltà. Quando ho letto la circolare del Comune mi sono dovuta sedere perché altri bambini nati in settembre hanno lo stesso identico ostacolo all’iscrizione. E con quale coraggio ho dovuto spiegare a voi e ad altri genitori questa assurda legge. Io non posso pensare di subire questa situazione. Non ce la faccio. Chiamo il Comune stamattina e chiedo espressamente di poter inserire vostro figlio nella lista ufficiale. Spiegherò. Discuterò. Non importa. Io sono con voi, chiamo e le mando una mail.” E ci siamo salutate.
Sono uscita da quella scuola, ho chiamato mio marito e gli ho detto “Ho fatto tutto quello che potevo. Se mi dirà NO studieremo un piano B. Mi deprime profondamente l’idea di rinunciare, ma come dicono i bavaresi “Schau ma mal”, ovvero stiamo a vedere.” Nelle ore successive all’incontro, ho accuratamente evitato il computer, fino a quando l’ho acceso e ho letto la mail della preside che diceva. “Ho chiamato l’ufficio del Comune. Ho spiegato la situazione, ho insistito ed hanno ceduto. Sono felicissima di dare il benvenuto a vostro figlio nella nostra scuola! E’ ufficiale! Portatemi tutti i documenti che vi ho elencato. Che bella sensazione sapere che staremo insieme questo anno di Vorschule!” Mentre leggevo ero incredula e felicissima!
Questo mese abbiamo ricevuto l’invito ufficiale all’incontro che si è svolto oggi pomeriggio per gli alunni dell’anno scolastico 2019/2020. La preside ci ha visti arrivare e ci è venuta incontro con gli occhi a cuore: “Che felicità sapere che, nonostante tutto, voi siete qui e che vostro figlio sarà con noi! Sono molto contenta che ce l’abbiamo fatta! E poi io amo l’Italia! Quanto vorrei saper parlare italiano!”. Ci siamo sentiti accolti in tutti i sensi, ci siamo sentiti a casa. La scritta sul nostro tavolo diceva: Man ist nie zu klein um großartig zu sein. Tradotto a grandi linee: Non sei mai troppo piccolo per essere grande.
Oggi mentre firmavo il contratto pensavo: “e se quel giorno mi fossi arresa”? E se invece di andare a scampanellare il portone della scuola, fossi andata a casa a fare le valigie? Noi expat sappiamo bene che colori hanno i giorni bui. Ti fanno venire voglia di gridare, di pensare chi me lo ha fatto fare? In quei giorni prenderesti a colpi di Bretzel il primo che passa, perché nessuno ti regala niente e se vuoi ottenere qualcosa devi tirarti su le maniche e andartelo a prendere. E potete credermi, è faticoso, è dura come il ferro.
Ma sono giornate come oggi che mi fanno pensare a quanto questa tenacia mi abbia fatto crescere in questi anni, e tanta è la strada ancora da percorrere.
Ma io sono qui e non mi arrendo.
Alla prossima avventura,
Lara G.

Forza, cari genitori, abbiate coraggio e lottate!
Siamo con Voi 🤜🤛
Tanti abbracci e incoraggiamenti, Syl &Robb
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie Sylva! ci manchi!
"Mi piace""Mi piace"
Cara Lara, grazie per il tuo blog! Lo leggo da anni e ogni volta commento:”hai ragione, è successo anche a me!”. Siamo tanti Expat, col cuore diviso a metá! Leggere le tue esperienze mi fa sentire normale, che ogni tanto è una bella sensazione!
In bocca al lupo per la Vorschule, io quest’anno inizio con la Scuola!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Cara Marta, è un sentimento reciproco. Scrivo per elaborare i miei stati d’animo e condivido per sentirmi meno sola. Grazie a te ❤️
"Mi piace""Mi piace"